mercoledì 19 gennaio 2011

Raffaello Baldini legge alcune sue poesie nel dialetto di Santarcangelo di Romagna

Raffaello Baldini legge alcune sue poesie nel dialetto di Santarcangelo di Romagna

Raffaello Baldini era nato a Santarcangelo di Romagna il 24 novembre 1924 – Milano, 28 marzo 2005, è stato un poeta e scrittore italiano. E' conosciuto sopratutto per le sue poesie in dialetto. La sua lettura di fretta, quasi "correndo" tutto d'un fiato, a momenti sottovoce con le pause di chi sta pensando, senza l'enfasi e la retorica di attori o pseudotali che le interpretano recitandole in un senza senso volgare e triviale che quasi sempre si butta nel malinconico, rovinando così tutta la poetica della semplicità dei dialoghi e delle situazioni quotidiane che invece in Baldini, in un crescendo d'emozioni diventano surreali, assurde, esilaranti, raffinate, sottili, spicologiche.

Il dialetto malinconico.
Le poesie in dialetto sono spesso intese come sinonimo di malinconia, per via dei temi che spesso riguardano i ricordi d'infanzia o di gioventù, quando "qui era tutto un campo di grano, e adesso sono solo palazzine", quando sono il ricordo di un mondo meno complicato e più umano. E' facile che prima di ascoltare una poesia in dialetto, o come sottofondo, ci sia una musica (in tonalità minore chiaramente) con la fisarmonica, per creare questa atmosfera da finto Amarcord, con uno stato d'animo di nostalgia da anziano che piangente torna con la mente a quando era giovane pensando "una volta era bello, adesso invece...".
Il moralismo è sempre osceno e feroce.
Oppure spesso sono usate per far ridere, si scelgono quelle che riguardano il sesso, e si caricano ben bene, urlando nel microfono le parole oscene, andando sul volgare pesante e appesantendole il più possibile per avere di risposta la risata nervosa (repressa) del pubblico, una lettura un poco da bar. La lettura di un moralista per moralisti. Insomma si va sul contadinesco rozzo da caserma.
La poesia “al telefono” di Baldini.
Baldini quando leggeva le sue poesie non c'erano introduzioni, prefazioni, musiche, partiva subito, spesso sottovoce, veloce, essenziale, scarno, diretto, una poesia dietro l'altra dietro l'altra, in un susseguirsi di situazioni e dialoghi, o meglio “dialoghi telefonici”, perché nelle poesie di Baldini noi non sentiamo cosa dice l'altra persona che parla, l'intuiamo da quello che dice poi, ma possiamo sentire sempre e solo lui, è come quando si ascolta una persona che parla al telefono, senza sentire quello che dice l'altra dall'altra parte. Non a caso una delle sue poesie più famose è al telefono, di una persona che non è arrivata in tempo a rispondere perchè dall'altra parte hanno già buttato giù, e così incomincia a telefonare chiedendo “sei stato tu che mi hai chiamato, 2 minuti fa'?” Ma sono molte le poesie di Baldini hanno questa struttura.

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