mercoledì 5 luglio 2017

TUSHINO AC/DC 1991 METALLICA CONCERTO

28 Agosto 1991, Tushino Militar Aeroport, Mosca. il concerto più grande della musica Rock !


Nell'agosto 1991 in una condizione di confusione Politica e catastrofica situazione economica, i comunisti conservatori azzardarono l'estremo tentativo di un COLPO DI STATO, che fallì miseramente per la resistenza opposta a Mosca, guidata fermamente da El'cin, e per il rifiuto di Gorbačëv - tenuto prigioniero nella sua dacia - di aderire alle richieste dei golpisti. L'evento - che rafforzò l'immagine di El'cin a discapito di Gorbačëv, emarginato ed accusato d'aver avuto all'interno nel suo entourage i reazionari del golpe - è passato alla storia con due immagini fotografiche: El'cin che sale sul carro armato dal quale arringa la folla contro il golpisti, e, due giorni dopo, El'cin che punta il dito indice contro Gorbachev in una seduta del Congresso in cui dettò le sue condizioni di trionfatore politico della crisi. Il Partito Comunista venne messo al bando e i suoi beni confiscati.

L'Aeroporto Tušino è stato fondato nel 1935. Durante la guerra fredda, l'Aeroporto di Mosca-Tušino era la sede di parate militari che mostravano gli ultimi ritrovati dell'innovazione sovietica. Il 28 settembre del 1991 il Campo Volo di Tušino fu utilizzato per ospitare il concerto Monsters of Rock, AC/DC, Pantera e Metallica e un pubblico di 1,6 milioni di persone, il concerto più grande che ci sia mai stato, da tutti gli stati sovietici partirono ragazzi per raggiungere il luogo del concerto, Ukraina, Lituania, ecc.

L'Aeroporto di Mosca-Tušino (ICAO: UUUS) è un aeroporto situato nella parte nord-occidentale di Mosca, in Russia. L'Aeroporto di Mosca-Tušino è la base tecnica della compagnia aerea statale Club Aeronautico Nazionale Russo in nome di Čkalov ( in russo: Национальный аэроклуб России им. Чкалова).

Questo concerto fu organizzato per allentare la tensione e dare sfogo alla rabbia della gente contro i militari, le barricate per fermare i carroarmati, 3 vittime tra la popolazione, il tentato colpo di stato dei comunisti nei giorni precedenti.

Il tour dei MONSTERS OF ROCK, passò in Italia il 14 settembre 1991 a Modena alla festa dell'unità, alla quale
c'eravamo anche noi. Quella di Mosca non era prevista, fu aggiunta per i gravi eventi socio-polici in Russia. Quando la musica Rock è usata dal potere per accontentare e distrarre la gente dai problemi politici.


1991 MONSTERS OF ROCK

28 Settembre 1991 Tushino Air Field, Moscow, Russia
24 Settembre 1991 Olympic Stadium, Barcelona, Spain
21 Settembre 1991 Hippodrome de Vincennes, Paris, France
18 Settembre 1991 Westfalenhalle, Dortmund, Germany
17 Settembre 1991 Westfalenhalle, Dortmund, Germany
14 Settembre 1991 Monsters Of Rock, Modena, Italy
13 Settembre 1991 Stadion Slaski, Chorzów, Poland
10 Settembre 1991 Gentofte Stadion, Gentofte, Denmark
11 Settembre 1991 Liebenau, Graz, Austria
7 Settembre 1991 Finthen Airfield, Mainz, Germany
1 Settembre 1991 Goffertstadion, Nijmegen, Netherlands
31 Agosto 1991 Niedersachsenstadion, Hanover, Germany
30 Agosto 1991 Kiewit, Hasselt, Belgium
28 Agosto 1991 Waldbühne, Berlin, Germany
27 Agosto 1991 Waldbühne, Berlin, Germany
25 Agosto 1991 St. Jakob's Stadion, Basel, Switzerland
24 Agosto 1991 Galopprennbahn Riem, Munich, Germany
22 Agosto 1991 Népstadion, Budapest, Hungary
17 Agosto 1991 Castle Donington, England

Il putsch di Mosca fu un colpo di stato che ebbe luogo nella capitale russa durante l'agosto del 1991, in cui alcuni membri del governo sovietico tentarono di deporre il presidente Mikhail Gorbačëv e prendere il controllo della nazione. Il suo fallimento, e i risvolti politici che ne seguirono, segnarono la dissoluzione dell'Unione Sovietica.

Nell'agosto 1991, dopo una trattativa di notevole complessità, il presidente sovietico Mikhail Sergeevič Gorbačëv si apprestava a siglare il nuovo patto federativo dell'Unione Sovietica che, di lì a poco, avrebbe mutato la propria denominazione ufficiale da Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche in quella, presumibilmente, di Unione delle Repubbliche Sovietiche Sovrane.

Dodici dei paesi già facenti parte dell'URSS erano prossimi alla firma, la Federazione Russa, l'Ucraina, la Bielorussia, la Moldavia, la Georgia, l'Armenia, l'Azerbaijan, il Kazakistan, il Turkmenistan, il Kirghizistan, l'Uzbekistan ed il Tagikistan. Solo si esclusero le Repubbliche Baltiche, ovvero, Lituania, Lettonia ed Estonia, che finalmente, dopo più di cinquant'anni, ebbero l' attesa possibilità di liberarsi dall' occupazione sovietica e di riconquistare una totale indipendenza dall' Unione.

D'altronde, pochi mesi prima, oltre il 70% dei cittadini sovietici chiamati alle urne, aveva espresso il proprio sostegno ad una rinnovata Unione. Il Segretario del PCUS, nonché Presidente dell'Unione Sovietica, aveva deciso di prepararsi al gravoso impegno riposandosi nella dacia presidenziale in Crimea.

Era il 19 agosto quando, su ordine di alti gradi del Partito, timorosi delle incombenti novità, Gorbačëv veniva trattenuto contro la sua volontà in Crimea, non potendo quindi recarsi alla sigla del nuovo accordo federativo: era l'inizio del tentativo di colpo di stato che, a dispetto delle intenzioni tanto degli autori, quanto delle vittime, avrebbe condotto ad un risultato impensabile fino a poco tempo prima: la dissoluzione dell'Unione Sovietica.

I golpisti erano personaggi di spicco della politica sovietica: il capo del KGB Vladimir Krjučkov, il ministro degli Interni Boris Pugo, il ministro della Difesa Dmitry Yazov, il vice-presidente dell'Urss Gennadij Janaev, il primo ministro Valentin Pavlov, il capo della segreteria di Gorbačëv, Valerij Boldin. Il loro intento era chiaro: preservare l'Unione dall'insorgere delle nazionalità, impedire un alleggerimento del potere centrale, preservare il primato del PCUS.

Il vice presidente Gennadij Janaev prese potere della televisione e della radio immediatamente dopo l'annuncio con gli altri leader del colpo di stato e rilasciò una debole denuncia del regime precedente, portando immediatamente a credere che egli non fosse l'uomo adatto a portare l'ordine pubblico ricercato disperatamente dagli insorti. Grandi dimostrazioni pubbliche contro i leader del colpo di stato ebbero luogo a Mosca e a Leningrado e le lealtà divise degli organismi di difesa e sicurezza fecero sì che le forze armate non attaccassero i dimostranti.

Il presidente della RSSF russa Boris Eltsin guidò la resistenza dalla Casa Bianca, l'edificio del parlamento russo. Dopo l'annuncio di Janaev, Eltsin denunciò vigorosamente il colpo di stato. Ad un certo punto, durante la dimostrazione, salì su un carro armato e, con un megafono, condannò la "junta". La forte presa di posizione di Eltsin contrastava nettamente con il debole comunicato di Janaev. Questa immagine, trasmessa dai telegiornali di tutte le televisioni mondiali, divenne una delle più durevoli di tutto il colpo e rafforzò enormemente la posizione di Eltsin. Un assalto all'edificio del parlamento programmato dal Gruppo Alfa, le forze speciali del KGB, fu annullato quando le truppe si rifiutarono unanimemente di eseguire l'ordine. Un'unità di carri armati disertò dalle forze del governo e si pose in difesa del parlamento con le armi puntate verso l'esterno.

Ci furono confronti armati nelle strade vicine, incluso uno in cui tre dimostranti furono accidentalmente feriti a morte dai carri armati, ma comunque la violenza fu sorprendentemente limitata. Il 21 agosto la grande maggioranza delle truppe spedite a Mosca si schierò apertamente con la resistenza e tolse l'assedio. Il golpe rovinò su sé stesso e Gorbačëv ritornò a Mosca sotto la protezione delle forze di Eltsin.

Una volta tornato a Mosca, Gorbačëv agì come se avesse dimenticato i cambiamenti occorsi nei tre giorni precedenti. Tornato al potere Gorbačëv promise di espellere dal Partito Comunista dell'Unione Sovietica i rivoltosi.

Fine del PCUS

Il 24 agosto Mikhail Gorbachev si dimise da Segretario Generale del PCUS. Vladimir Ivashko divenne Segretario Generale del PCUS fino al 29 agosto, giorno in cui si dimetteva. Lo stesso giorno il Presidente Boris Yeltsin, con proprio decreto N.83 transferiva gli archivi del PCUS alle autorità dell'archivio di Stato. Il 25 agosto Boris Yeltsin con proprio Decreto N.90 nazionalizzava le proprietà del PCUS in Russia (che includeva non solo le sedi di comitati di partito ma anche istituzioni educative, hotel, etc.).

Il 6 novembre Boris Yeltsin con proprio Decreto n.169, metteva fine e proibiva l'attività del PCUS in Russia.




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